“Conservavo la pelle di tutti gli animali che uccidevo:
le appendevo e stendevo al sole, tese su bastoni di legno...Ne usai prima di
tutto per farmi un copricapo col pelo rivolto all’esterno per non lasciar
filtrare la pioggia; e ci riuscii così bene, che dopo il cappello mi
confezionai un abito completo, fatto interamente con queste pelli...Se si
metteva a piovere mentre ero all’aperto,
non mi bagnavo appunto perché il pelo della giubba e del cappello erano rivolti
all’esterno, ed io restavo perfettamente asciutto...Mi diedi poi a fabbricarmi
un ombrello. Ne avevo un gran bisogno e desideravo moltissimo farmene
uno...Inoltre mi sarebbe stato prezioso per proteggermi sia dal sole che dalla
pioggia...La maggiore difficoltà consisteva nell’escogitare il modo di chiuderlo.
Ad ogni modo alla fine ne feci uno che funzionava, e lo ricoprii di pelli, col
pelo rivolto verso l’alto in modo che l’acqua ne grondasse come da una tettoia.”
(pag.140 cap.29)
La storia della concia e le fasi della lavorazione delle pelli: http://it.wikipedia.org/wiki/Concia
Nessun commento:
Posta un commento