martedì 24 giugno 2014

27. Le pelli



“Conservavo la pelle di tutti gli animali che uccidevo: le appendevo e stendevo al sole, tese su bastoni di legno...Ne usai prima di tutto per farmi un copricapo col pelo rivolto all’esterno per non lasciar filtrare la pioggia; e ci riuscii così bene, che dopo il cappello mi confezionai un abito completo, fatto interamente con queste pelli...Se si metteva  a piovere mentre ero all’aperto, non mi bagnavo appunto perché il pelo della giubba e del cappello erano rivolti all’esterno, ed io restavo perfettamente asciutto...Mi diedi poi a fabbricarmi un ombrello. Ne avevo un gran bisogno e desideravo moltissimo farmene uno...Inoltre mi sarebbe stato prezioso per proteggermi sia dal sole che dalla pioggia...La maggiore difficoltà consisteva nell’escogitare il modo di chiuderlo. Ad ogni modo alla fine ne feci uno che funzionava, e lo ricoprii di pelli, col pelo rivolto verso l’alto in modo che l’acqua ne grondasse come da una tettoia.”
(pag.140 cap.29)

La storia della concia e le fasi della lavorazione delle pelli: http://it.wikipedia.org/wiki/Concia 

 

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