“Non ho più motivo di sorprendermi dell’usanza secondo la quale, quando un malfattore riceve la grazia sul capestro e ha già il cappio attorno al collo, insieme con la grazia gli mandano un chirurgo a cavargli sangue nel momento stesso in cui gli viene data la notizia, onde per l’emozione il suo cuore non rimanga svuotato degli spiriti vitali ed egli non ne venga sopraffatto.”
(pag.48 cap.11)
NOTA. Il protagonista si riferisce alla cosiddetta
“morte di crepacuore”, ovvero una morte improvvisa provocata da forti emozioni.
Nota già nel mondo antico, autori latini, come Aulo Gellio, riportano nelle loro opere numerosi casi di decessi chiaramente
riconducibili a repentine alterazioni, sia esse positive che negative, dello
stato d’animo dell’ individuo. Solo negli anni Novanta del secolo scorso, tale
sindrome è stata ufficialmente riconosciuta dalla comunità scientifica con il
nome di “Cardiomiopatia di takot - subo”.
Riguardo
la tecnica chirurgica citata da Defoe, non avendo ritrovato alcun riscontro in
altri documenti, non sono in grado di accertare la pratica di tale usanza che,
pertanto, potrebbe anche essere frutto dell’invenzione dell’autore.
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